La vaniglia del Madagascar
L’aroma della vaniglia, dolce ed avvolgente, è uno dei più diffusi ed utilizzati al mondo, ed è impiegato sia in cucina che in cosmesi e in farmaceutica.
Pochi sanno però che la pianta che produce il prezioso baccello nero appartiene alla famiglia delle Orchidee: si tratta di un rampicante dai fiori bianchi o gialli, con radici avventizie che assorbono l’acqua dall’ambiente umido circostante.
La vaniglia è originaria del Messico (si narra che Montezuma abbia offerto a Cortes una bevanda di cioccolato profumato alla vaniglia), che ne ha conservato il monopolio fino alla metà del 19° secolo. Le corti di Spagna e di Francia si innamorarono dell’aroma del frutto e tentarono di introdurre la coltivazione in altre colonie, ma senza successo. Si ignorava allora il ruolo fondamentale svolto nelle regioni d'origine dalle api Melipona, che assicuravano l’impollinazione. Verso la metà del 1800 Edmond Albius, un giovane schiavo di Réunion (allora conosciuta come Bourbon), mise a punto il procedimento di impollinazione artificiale, che cominciò a essere utilizzato proprio sull’isola Réunion e che rimane tuttora il metodo impiegato per la produzione del frutto. L’isola divenne il primo produttore mondiale di vaniglia e furono proprio i suoi coltivatori ad esportare la loro esperienza sulla vicina isola del Madagascar. Le prime piantagioni vennero impiantate sull’isola di Nosy Be, per poi diffondersi su gran parte del territorio del paese, grazie al clima umido tropicale favorevole allo sviluppo della pianta.
Oggi quasi l’80% della vaniglia mondiale proviene dal Madagascar, dove viene prodotta e raccolta in molti villaggi attraverso un complesso e costoso procedimento. Nelle piantagioni, centinaia di fiori vengono impollinati delicatamente a mano dai produttori, attenti a selezionare solo alcuni dei fiori su ogni stelo. Una produzione troppo abbondante finisce per fornire frutti di qualità inferiore. Dopo l'impollinazione i fiori si trasformano in baccelli di colore verde chiaro, lunghi fino a 30 centimetri, che maturano sulla pianta e vengono raccolti ad uno ad uno dopo 6/8 mesi. I baccelli vengono poi essiccati e lavorati per ben 10 mesi prima di ottenere il tipico bastoncino nero, morbido e profumato, che viene commercializzato. Attraverso questo trattamento gli enzimi contenuti nel baccello liberano il loro componente aromatico principale, la vanillina. La vaniglia Bourbon, forse la più pregiata, ha un tasso di vanillina compreso tra 1,6 e 2,4%, il più alto in natura.
In Madagascar la vaniglia è piantata nel mese di ottobre; dopo 2 anni di crescita si procede all’induzione floreale nei mesi di luglio-agosto. I fiori compaiono da settembre a gennaio, mentre i baccelli vengono raccolti in genere nel luglio dell’anno successivo.
Come molte altre spezie il valore della vaniglia a peso è enorme ed è quindi una coltivazione fondamentale per molti villaggi del Madagascar per cui costituisce la principale fonte di reddito.
Visitare una piantagione di vaniglia in Madagascar rappresenta per il viaggiatore una vera esperienza sensoriale e anche la possibilità di vedere con i propri occhi quale lavoro, fatica e difficoltà si celino dietro all’inebriante fragranza che ha conquistato il mondo.