Popolazioni, cultura e comportamenti
I Malgasci sono un popolo molto accogliente ed ospitale, anche se la loro tendenza a fare le cose molto lentamente può innervosire lo stressato occidentale.
Per maggior parte della popolazione del Madagascar, la fede cristiana (sia Cattolica che Protestante) è strettamente connessa alle pratiche religiose tradizionali. Nel Nord-ovest del paese esistono due gruppi , gli Antaimoro e gli Antalaotra, di fede musulmana.
I Malgasci seguono un vasto e complesso sistema di credenze, che implica tutti gli aspetti della vita quotidiana e che varia da villaggio a villaggio, se non da famiglia a famiglia. Nella religione tradizionale il Creatore è Zanihari, o Andriananahary, che non è né maschio né femmina. Ci sono numerose divinità secondarie o spiriti legati alla natura, che abitano gli alberi, le rocce ed i fiumi. Questi spiriti possono influenzare le vite della gente, provocando stati di trance nelle persone che pregano, ma anche in animali, in particolar modo nei lemuri e nei coccodrilli. Le credenze tradizionali impongono anche divieti, o tabù, detti fady. Per i Merina è un fady fare funerali di martedì, poiché ciò provocherebbe altre morti nella comunità; in altre zone è fady cantare durante il pasto perché fa sviluppare denti troppo lunghi, mentre nella regione di Tsingy di Bemaraha non si deve indicare puntando il dito, ma con la mano aperta. Sebbene gli stranieri siano “esonerati” dall’aderire ai fady, è comunque buona norma cercare di rispettare gli usi locali: il classico esempio di fady con cui il turista può confrontarsi è il divieto di accedere ai luoghi di sepoltura.
Per quanto riguarda l’abbigliamento tradizionale, l’elemento fondamentale è il lamba, una specie di stola decorata con disegni o scritte che viene drappeggiato sul corpo e viene usato anche in modo simbolico: se indossato sulle spalle indica che la persona appartiene all’etnia Betsilea; se lasciato pendere sulla parte destra è segno di lutto, mentre il lamba rosso è riservato alle occasioni speciali.
Altro elemento degno di nota è il cappello di paglia, di varie fogge e dimensioni. Negli ultimi anni, specialmente nelle aree urbane, la tendenza è ad abbandonare lo stile tradizionale per assumere mode che provengono dall’estero, così come sono enormemente aumentate le richieste di scarpe da ginnastica, jeans e giubbotti di pelle.
In Madagascar ci sono 18 tribù ed ognuna possiede il proprio dialetto. La Costituzione del 2007 stabilisce che la lingua ufficiale è il Malgascio, di origine Malato-Polinesiana, parlato e compreso in tutta l’isola.
La seconda lingua ufficiale è il Francese, correntemente parlato dalle persone di buona cultura, sebbene nelle campagne non sia diffuso né compreso. L’Inglese, ancora poco diffuso, sta diventando popolare grazie al progetto pilota lanciato dal Governo nel 2003, che introduce l’insegnamento della lingua in 44 scuole primarie, con il proposito di estendere il progetto a tutte le scuole del paese. La promozione della lingua Inglese è dovuta al tentativo di potenziare gli scambi commerciali con i paesi vicini e di incoraggiare gli investimenti stranieri. Nonostante gli sforzi, è ancora difficile trovare personale che parli altre lingue oltre il Malgascio, sebbene nei parchi siano reperibili alcune guide parlanti Francese o Inglese.
Meglio evitare l’abbigliamento stile militare, così come è bene astenersi dal fotografare qualsiasi installazione militare inclusi veicoli, ponti, aeroporti ed edifici governativi.
Nelle città più grandi lo stile di vita è stata fortemente influenzata dalla presenza francese: francese è la lingua, così come la colazione.
Lasciare una mancia non è usuale, sebbene nei ristoranti e negli hotel di standard internazionale sia ormai diventata d’uso una mancia corrispondente al 10/15%.