LA CORRIDA MALGASCIA
Una via di mezzo fra il rodeo americano e la tauromachia, la Savika del Madagascar è una forma di corrida senza uccisione,
che è profondamente radicata nella cultura delle popolazioni Betsileo degli altopiani centrali. Si svolge in una arena circolare circondata da una palizzata che protegge la folla plaudente.
L'obiettivo del torero è far infuriare in questo caso uno zebù, afferrando le corna o la gobba , e cercare di non farsi gettare a terra, o perlomeno resistere per almeno trenta secondi aggrappati all’animale, se possibile cavalcarlo: nessuna conseguenza risulta per gli animali.
In Madagascar, lo zebù è un segno di ricchezza e talvolta adorato come in una religione. Nel sud dell'isola, è consuetudine che lo sposo rubi uno zebù per dimostrare il suo coraggio, mentre uno o più di zebù sono anche offerti in occasione dei matrimoni tradizionali.
Lo zebù è troppo prezioso per ì malgasci, che non solo ne mangiano la carne, ma soprattutto lo usano per lavori agricoli, in particolare nei campi di riso.
Rito di passaggio all'età adulta, la Savika ha i suoi codici e le tecniche tramandate di padre in figlio. La cerimonia è accompagnata da tabù che proibiscono di partecipare alle donne e ai non iniziati. Deve essere anche rispettato un rituale di preparazione, con alcuni alimenti da consumare prima dell’esibizione.
Le lesioni dei partecipanti sono comuni, e gli aspiranti “toreri” le vantano con orgoglio: lo zebù non sarà mai considerato come un nemico, ma una sorta grande giocattolo, tra l’altro molto costoso, che deve essere maneggiato con cura e rispetto...